Lo scatto d’ira spiegato: come si sviluppa il nostro cervello e come regoliamo le emozioni.
- Mariella Cappelletto
- Sep 10
- 4 min read

La gestione delle emozioni è una delle sfide più grandi per genitori e bambini. Per capire meglio perché a volte i nostri figli “perdono il controllo”, abbiamo chiesto alla Dr Emily DuPre, psicologa clinica del team Oli help, di accompagnarci in un viaggio dentro il cervello: dall’amigdala, che accende le emozioni più intense, alla corteccia prefrontale, che ci aiuta a regolarle. Con parole semplici, Emily ci mostra perché gli scoppi d’ira non sono capricci, ma il risultato naturale dello sviluppo cerebrale.
Lo sviluppo del cervello e il controllo degli impulsi
Forse non tutti sanno che il cervello umano si sviluppa dal basso verso l’alto e dal dietro all’avanti, mentre le capacità di funzionamento esecutivo, compresa la regolazione delle emozioni, sono le più lente a svilupparsi.
L’ultima parte del cervello di una persona a svilupparsi è l'area situata dietro la fronte chiamata corteccia prefrontale, responsabile del cosiddetto funzionamento esecutivo. Questa parte è di fatto l'amministratore delegato (CEO) del tuo cervello e del tuo essere. La corteccia prefrontale è responsabile di processi come la pianificazione, il rapporto causa-effetto, la sequenza a breve e a lungo termine dei nostri comportamenti, la regolazione e la gestione degli impulsi. In gran parte, la corteccia prefrontale è ciò che ci distingue dagli altri mammiferi del pianeta.
Non solo la corteccia prefrontale impiega molto tempo a svilupparsi, ma è anche in competizione con un’altra parte del cervello, più potente e che si sviluppa più rapidamente, chiamata amigdala. L’amigdala è responsabile dell’espressione di emozioni negative intense come la rabbia, la paura e la frustrazione. A volte viene chiamato cervello cavernicolo o cervello lucertola, perché ci spinge ad agire in modi poco sofisticati o ragionevoli. Dal punto di vista evolutivo, l’amigdala serve a tenerci al riparo da pericoli mortali, ma quando si tratta di fare i genitori, è la parte del cervello che spesso mette i bambini nei guai e rende, a volte, difficile l’interazione con loro.
In situazioni di stress, il funzionamento del cervello può spiegare perché anche gli adulti possono agire perdendo il controllo.
Quando l’amigdala si “accende”, cioè si attiva in risposta a una situazione stressante, la corteccia prefrontale si “spegne” immediatamente. L’amigdala e la corteccia prefrontale non funzionano in contemporanea. Il cosiddetto “scatto d’ira” negli adulti è il tipico comportamento spiegato da questo fenomeno. Perdere la testa (spesso davanti ai nostri figli) quando siamo imbottigliati nel traffico, per esempio, accade proprio perché non abbiamo il controllo delle nostre azioni in quel momento! Anche se ci sono ottime ed utili ragioni evolutive per cui questo accade, spesso si parla di “sequestro dell’amigdala” perché, nel contesto della nostra vita moderna, l’amigdala spesso ci causa più problemi di quanti ne risolva.
Il motto dell’amigdala potrebbe essere “prima agisci, poi rifletti”. Infatti, anche solo un minuto dopo, quando il sistema nervoso si è calmato, permettendo alla corteccia prefrontale di tornare in funzione, non è insolito provare immediatamente rammarico, senso di colpa e persino vergogna per quello sfogo momentaneo. Quando la corteccia prefrontale si “accende”, il pensiero razionale ci aiuta a capire quanto sia stato inutile lo sfogo ed è lo stesso ad affrontare le conseguenze a cui non avevamo pensato (e che non potevamo immaginare) al momento del “sequestro dell’amigdala".

Che cosa ha a che fare tutto questo con i nostri figli?
Ebbene, i bambini sperimentano esattamente lo stesso fenomeno, solo in maniera molto più estrema, perché hanno a che fare con un’amigdala completamente sviluppata e una corteccia prefrontale ancora poco sviluppata. Nei momenti di difficoltà, i genitori non dovrebbero dimenticare che per i bambini piccoli la regolazione degli impulsi è più difficile, a volte quasi impossibile, senza il nostro aiuto. Se ci pensiamo bene, è logico che i bambini, anche quelli neurotipici, abbiano uno scarso controllo degli impulsi. Più il bambino è piccolo, peggiore è il controllo degli impulsi. Per i bambini neurodiversi, questo divario è spesso ancora più ampio rispetto ai loro coetanei. Ed è qui che noi, in qualità di educatori, abbiamo un ruolo da svolgere per insegnare loro (più e più volte!) come controllare questi impulsi quando sono arrabbiati, spaventati, frustrati o infastiditi. In altre parole, possiamo aiutarli a sviluppare le capacità di regolazione delle emozioni, che con il tempo permetteranno loro di rispondere in modo diverso a queste intense emozioni negative.

Perché questa spiegazione è importante per i genitori?
Di solito non è colpa del bambino quando è “fuori controllo”. Cio’ è dovuto al fatto che il suo cervello non ha ancora sviluppato la capacità di gestire queste intense emozioni negative in modi produttivi o socialmente accettabili. Se, quando assistiamo ad uno sfogo, riusciamo a ricordare a noi stessi questo elemento del suo neurosviluppo, di fatto stiamo facendo un primo passo importante per aiutarci a regolare le nostre emozioni e reazioni, in modo da poterlo poi aiutare a imparare a regolare le sue.
Ora che abbiamo spiegato il motivo per cui tutti i bambini piccoli hanno uno scarso controllo degli impulsi, segui i nostri consigli pratici su come reagire in modo diverso quando assisti a un momento di disregolazione di tuo figlio/a.